#39 Spigolature varie/1
Formato diverso dal solito con tanti consigli di lettura e qualche sintesi
📬Questa è Sacro&Profano, la newsletter che ogni settimana ti fa capire due o tre cose sul mondo attraverso le lenti della religione, senza essere confessionale.
Oggi sono a corto di idee e di forze, può capitare quando gli impegni lavorativi in senso stretto sono soverchianti (e credetemi lo sono stati davvero in questi giorni). Tuttavia il mio impegno con voi tutti per me è una cosa seria e siccome a volte ci va di fare una scorpacciata di finger food e non di mangiare una cosa sola molto abbondante, oggi va così. Spero vi piaccia, tornerò con pietanze più elaborate prestissimo!
Fine del prologo.
SPIGOLATURA
sostantivo femminile.
La ricerca e la raccolta delle spighe di frumento rimaste nel campo dopo la mietitura.
fig.
(per lo più al pl. ). Raccolta di notizie o argomenti d'interesse secondario, presentati come curiosità.
"s. letterarie"
1 Quanti fedeli in Italia?
Cominciamo con un sondaggio che mi pare sia sfuggito alla maggior parte dei giornali italiani. Se n’è occupato - ovviamente - invece Avvenire perché riguarda la Chiesa due volte: perché parla della pratica religiosa in Italia e perché è stato commissionato dalla Conferenza Episcopale Italiana. Insomma i vescovi del nostro Paese hanno chiesto al Censis com’è la situazione della fede* in Italia.
Il dato fondamentale è che gli italiani che si definiscono cattolici sono il 71,1% della popolazione: il 15,3% si dice praticante, il 34,9% dichiara di partecipare solo occasionalmente alle attività della Chiesa e il 20,9% afferma di essere “cattolico non praticante”.
Di certo, in questo quadro, il dato più significativo, quello che indica la priorità da mettere in testa alla lista delle questioni da tenere presente in un dibattito sul futuro della Chiesa, è quello riguardante i giovani: nella fascia dai 18 ai 34 anni, infatti, scende al 58,3% la percentuale di coloro che si dichiarano cattolici secondo varie “gradazioni” (i praticanti sarebbero il 10,9%).
Ma cos’è che spinge il 55,8% degli italiani a una pratica saltuaria o assente, pur pensandosi cattolici? Il principale motivo pare essere una forma di “individualismo religioso”. Più di metà di coloro che di fatto rimangono distanti dalla pratica regolare (il 56,1%) dicono di farlo perché vivono “interiormente” la fede.
Altre informazioni sul sondaggio nell’articolo di Matteo Liut su Avvenire e per approfondire sul calo religioso anche in Svizzera (dopo Francia e Germania) qui sul Messaggero.
*quando si parla di “calcolare” chi ha fede si ha sia sociologicamente che teologicamente una risposta strana. La fede riguarda la persona e il rapporto - in questo caso - con Dio. Ma solo Dio e il fedele sanno se questa relazione esiste. Infatti la Chiesa cattolica non ha mai condannato nessuno per mancanza di fede ma sempre e solo per le dichiarazioni pubbliche circa il contenuto di quella fede. D’altro canto i sociologi possono solo desumere la fede dalla pratica religiosa. Mi pare che al momento non abbiano trovato un modo più efficace di definire la cosa. Magari indago su questo, che dite?
2 Anche la Chiesa anglicana alle prese con gli abusi. Si dimette il “capo”.
Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e leader spirituale della comunione anglicana nel mondo, si è dimesso dalle sue funzioni. La decisione, comunicata lo scorso 12 novembre fa seguito ad un’inchiesta secondo cui egli non informò la polizia, dopo essere venuto a conoscenza di abusi fisici e sessuali commessi a più riprese da un volontario - John Smyth - durante campi estivi ecclesiali.
“Credo che farmi da parte sia nell’interesse della Chiesa d’Inghilterra, che amo molto e che ho avuto l’onore di servire”, ha dichiarato Welby in un comunicato.
Dopo le rivelazioni alcuni membri del Sinodo generale, l’assemblea nazionale della Chiesa anglicana, avevano lanciato una petizione per chiedere a Welby di dimettersi, affermando che aveva “perso la fiducia del suo clero”.
Per oltre quarant’anni John Smyth, avvocato e volontario della Chiesa anglicana d'Inghilterra, ha abusato di centinaia di minori in sud Africa, in particolare nello Zimbabwe, e nel Regno Unito, alla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta.
I suoi crimini sono stati denunciati dai media britannici e, recentemente, dal rapporto indipendente che la Chiesa inglese ha affidato all’esperto Keith Makin.
Nel comunicato seguito alle sue dimissioni Welby dice di sperare che il suo passo indietro convinca il fedeli di quanto “la Chiesa d’Inghilterra prenda seriamente il bisogno di cambiamento e anche il nostro impegno a dare vita a una chiesa più sicura”.
Un rapporto del 2022 dell'Independent Inquiry Child Sexual Abuse ha rilevato che la deferenza verso l'autorità dei sacerdoti, i tabù che circondano la discussione sulla sessualità e una cultura che dà più sostegno ai presunti colpevoli che alle loro vittime hanno contribuito a rendere la Chiesa d'Inghilterra "un luogo in cui gli abusatori potevano nascondersi".
Le dimissioni di Welby avranno ripercussioni in tutto il mondo. L'arcivescovo di Canterbury è il capo simbolico della Comunione anglicana, che conta più di 85 milioni di membri in 165 Paesi.
Mentre ogni chiesa nazionale ha i propri leader, l'arcivescovo di Canterbury è considerato il primo tra i pari (Euronews)
Questa cosa - che riguarda una chiesa importante come quella Anglicana - mi fa pensare al fatto di come continui a mancare nella Chiesa cattolica italiana (a differenza di quella americana, francese e spagnola) un analogo livello di accesso alle informazioni da parte di enti indipendenti sulla questione abusi, che non vuol dire che la CEI fa poco, ma forse che si può fare di più…
3 A rischio il culto dei santi nell’Islam sunnita…
Articolo dal francese Le Monde nel suo supplemento dedicato alle religioni in cui a parlare è la storica Catherine Mayeur-Jaouen che ha recentemente pubblicato un'opera intitolata "Le Culte des saints musulmans. Des débuts de l’islam à nos jours" (Gallimard, 622 pagine). Mayeur-Jaouen osserva che, sebbene in entrambe le religioni il culto dei santi implichi preghiere rivolte a un individuo specifico, esistono notevoli differenze. Nel Cristianesimo, un santo vive generalmente secondo il modello di Cristo, mentre nell'Islam le forme di santità sono più varie: un antenato fondatore di una tribù, un compagno di Maometto, un combattente della jihad o un dinasta locale possono diventare santi venerati. Una differenza fondamentale risiede nel rapporto con il corpo del santo: cattolici e ortodossi venerano le reliquie dirette, cioè i resti di un corpo, mentre nell'Islam i mausolei non ospitano necessariamente le spoglie del santo. Questo perché il santo musulmano non è morto come un individuo qualunque: resta presente nell'Ignoto (il ghayb), un mondo misterioso che separa l'aldilà dall'aldilà, e che solo alcuni fedeli possono percepire. Le preghiere rivolte ai santi nell'Islam sono simili a quelle dei cristiani. Nel cristianesimo medievale, come nel mondo musulmano premoderno, l'aspettativa di vita era molto bassa e la mortalità infantile molto alta. La vita era quindi fragile e al santo si chiedevano gravidanze, guarigioni, raccolti soddisfacenti. In entrambe le religioni si auspicava anche l'intercessione per la salvezza nell'aldilà. In questa prospettiva, spesso le persone chiedevano di essere sepolte vicino ai santi. Oggi, il cimitero di Najaf, in Iraq, dove si trova il mausoleo di Ali, è senza dubbio la più grande necropoli al mondo, e centomila fedeli chiedono, ogni anno, di essere lì sepolti. Mayeur-Jaouen evidenzia che, sebbene la devozione ai santi persista, oggi è in declino. La pressione salafita gioca un ruolo importante, poiché contribuisce fortemente alla ridefinizione di ciò che dovrebbe essere un "buon musulmano".
📬 Ti hanno inoltrato questa mail?
Se non l’hai ancora fatto, iscriviti a Sacro&Profano: esce una volta a settimana e dentro trovi pezzi di approfondimento, rassegne stampa su cultura, storia, politica e società letti attraverso la lente e le categorie del religioso.
P.S. Occhio che questa mail non ti finisca in spam!
📧 Newsletter da leggere e seguire
Come annunciato nelle scorse newsletter io e altri autori di newsletter su Substack stiamo provando a fare rete per rafforzare una presenza - e in futuro offrire contenuti ancora più belli magari insieme - su questo social e allargare l’interesse del pubblico italiano sul tema delle religioni. Nessuno di noi scrive da un punto di vista confessionale ma siamo tutti convinti che usare il punto di vista delle religioni sia interessante per capire il presente. Questa settimana vi consiglio vivamente questi due post rispettivamente di
e di . Buona lettura e non dimenticate di iscrivervi anche alle loro newsletter!Qui si discute di un fondamento dell’identità americana in perenne oscillazione tra assimilazione e pluralismo
Per conoscere le origini e la diffusione di una figura importantissima del panorama religioso tradizionale, lo Jizō Bosatsu (地蔵菩薩), legata al Buddismo in Giappone
🫶 Siamo arrivati alla fine di questa newsletter, spero ti sia piaciuta. Dammi un feedback se puoi ma soprattutto - se questo mio lavoro ti piace - fai conoscere ai tuoi amici questo progetto, vuoi? Intanto alla prossima settimana!