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Non so come funzioni in Svezia, ma quello che da sempre mi è parso interessante, in Italia, è che la festa di Santa Lucia assume contorni molto differenti a seconda delle latitudini. Per i bambini di Bergamo, Brescia e Venezia (e zone dominate da Venezia) Santa Lucia è la sana per porta i doni, i regali di Natale un tempo erano rari e residuali nei posti dove era Santa Lucia a portarli.

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A Siracusa, dove la santa è patrona ed è molto sentita, la festa non prevede alcun dono e sarebbe, invece, una festa di pentimento e ascetismo, non si prevedono doni ma preghiera e devozione.

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A Palermo, l'ascetismo, si è poi trasformato: se si deve fare penitenza questo comporta astenersi dal pane e dalla pasta, prodotti derivati dal grano ma frutto di lavoro. E così gli abitanti di Palermo colgono l'occasione (ma no! Chi lo avrebbe mai detto!) per mangiare sino a stare male (come l'imperatore Vitellio di Svetonio) ma, ovviamente, non pane e non pasta (e quindi arancine a profusione e cuccìa).

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