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Mentre il mondo secolare in cui la mia generazione è nata e cresciuta viene spazzata via dalla presidenza Trump e si aprono scenari alternativamente foschi o interessanti riguardo il futuro dell’Europa, prosegue il nostro sguardo nella Chiesa cattolica, che al netto dei suoi limiti e contraddizioni, è ancora una grande agenzia di senso e ha in Papa Francesco un profeta, non nel senso che veda il futuro, ma per la sua capacità di leggere il presente, le sue sfide e il compito dell’umanità per intraprendere la via del Bene comune. Il Papa sta male, tornerà a Santa Marta? Io non lo so, personalmente non mi dispiacerebbe affatto.
Intanto questa pubblicazione ha raggiunto i 300 iscritti. Non vuol dire nulla eppure per me è un traguardo di cui voglio fare tesoro, che mi sprona e mi emoziona. Vi ringrazio tutti.
Fine del prologo, si comincia!
Quella qui è la versione super breve della storia e del funzionamento di Conclave e Concistoro, sia chiaro, ma almeno sapete di cosa si sta parlando in questi giorni.
Papa Francesco, in ospedale da ormai più di due settimane, ha indetto un Concistoro mentre non è in Vaticano. Durante un Concistoro di solito il Papa fa due cose (tre dopo Benedetto XVI): crea nuovi cardinali, proclama nuovi santi. Oppure si dimette.
Ok ma che cos’è un Concistoro?
Le condizioni di salute di Papa Francesco destano interesse un po’ in tutto il mondo. Chiaramente per i cattolici è motivo di tensione, si prega per la salute del pontefice ma intanto - com’è sempre accaduto - quando una indisposizione si trasforma in un lungo ricovero iniziano le chiacchierate informali tra coloro che - un domani - dovranno decidere della successione di Bergoglio. Cioè i Cardinali.
I cardinali sono i coadiutori del Papa, è un rango della Chiesa di Roma che non ha a che vedere con l’Ordine Sacro, vale a dire che un cardinale non è il “livello” successivo del vescovo. L’ordinazione nella chiesa cattolica prevede tre gradi: diaconato, presbiterato (i preti), episcopato (vescovi). Fine. Anche quando si parla di “arcivescovo” non siamo di fronte ad uno che è “più vescovo di un altro”, anche il Papa è un vescovo, anzi il Pontefice è tale in quanto vescovo di Roma.
Man mano che la complessità della gestione della chiesa romana aumentava e man mano che aumentava l’autorità del Vescovo di Roma su tutte le altre chiese dell’Occidente medievale e poi moderno, la macchina della Curia (cioè gli uffici della diocesi) si è ampliata i papi hanno innalzato diaconi, presbiteri e vescovi come cardinali.
Chi vi partecipa?
Oggi i cardinali sono sempre parte del clero e quasi sempre vescovi (oppure vengono consacrati tali poco prima o poco dopo che il Papa consegna loro la Berretta). Quando i cardinali si riuniscono in presenza del Papa allora si ha un Concistoro, che è a tutti gli effetti una camera di consiglio, dove il sovrano (il Papa, in una forma che risente del fatto che storicamente i modelli di governo monocratico dell’epoca erano solo le monarchie) chiede aiuto o consiglio su singoli argomenti.
Il Concistoro ordinario si ha quando tutti i cardinali di Curia, quelli cioè che vivono stabilmente a Roma perché si occupano di un ufficio particolare per conto del Papa, si riuniscono.
Il Concistoro è stra-ordinario quando vengono richiamati tutti i cardinali in giro per il mondo.
Nella larga maggioranza dei casi questi sono anche vescovi a capo di città importanti (per storia o popolazione). Almeno fino a Bergoglio era così, le cosiddette “sedi storiche” erano quasi sempre onorate della berretta cardinalizia, ora non più e il pontefice ha preferito allargare il numero di paesi “premiati” da questo onore, scegliendo vescovi anche in paesi dove la Chiesa cattolica è quasi inesistente. Un esempio? Monsignor Giorgio Marengo è un italiano che guida la piccola chiesa della Mongolia che conta circa un migliaio di fedeli o poco più. Missionario, giovanissimo peraltro, è stato insignito della porpora (dal colore della mantellina e della berretta) dal Papa nel 2022, dopo che era stato nominato vescovo di Ulaanbaatar nel 2020. Marengo è del ‘74.
E poi quell’altra cosa
L’altra cosa che fanno i Cardinali quando sono riuniti di solito, almeno fino a Benedetto XVI, avveniva in assenza del Papa. Cioè il Conclave. Si può dire che il Conclave sia una speciale modalità del Concistoro, in cui i partecipanti decidono chi sarà il successore del Vescovo di Roma. Finora è accaduto dopo le esequie del Papa regnante, ma non è da escludere né che Francesco non si dimetta, né che non possa accadere in futuro, facendo così diventare una prassi anche la questione del cosiddetto “Papa emerito”. Ecco perché c’è “movimento” tra le varie parti della Chiesa globale, è evidente che in un Anno Giubilare come quello in corso, un pontefice che non possa partecipare agli eventi ne indebolisce la funzione.
Quella del Conclave è una ‘invenzione’ relativamente recente nella Chiesa e si è adattata ai tempi in modo molto elegante. Inizialmente eleggeva il Papa il clero di Roma, come prassi dell’epoca anche in altre città, poi la scelta si è al contempo allargata e ristretta. La Chiesa cattolica è romana, per rappresentare al contempo l’universalità della chiesa stessa e la specificità della sede di Roma, ai cardinali - in qualche misura rappresentanti delle varie chiese in giro per il mondo - il Papa assegna una chiesa di Roma (Titolo o Diaconia) quale segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Papa nell'Urbe. Se andate nelle parrocchie romane potreste trovare nella sagrestia insieme agli armadi con le vesti, anche la foto di un cardinale. Sebbene sia un titolo di onore e il parroco sia quello che gestisce e decide tutto di quella comunità, formalmente è quel vescovo che magari vive in Australia il titolare, sicché egli è sia universale che romano.
Lo scorso 7 dicembre Francesco ha fatto l’ultimo Concistoro, allargando ancora il “club”. Ma non tutti coloro che sono membri poi votano. C’è un limite di età: arrivati a 80 anni non possono più votare in Conclave. Ecco perché si distinguono i cosiddetti “Cardinali elettori” dal resto degli altri, perché sono loro che - quando sarà - potranno entrare nella Cappella Sistina e votare il successore. In teoria dovrebbero essere 120 votanti, ma poiché nessuno sa quando morirà, i pontefici tendono a nominare cardinali durante tutto il proprio pontificato, ben sapendo che pian piano i più anziani usciranno naturalmente dall’elenco dei votanti. Se anche sono di più però non è un problema e 120 è una dimensione di massima. Qui l’elenco di tutti divisi per età.
Il collegio cardinalizio è sempre più espressione di quelle «periferie» del pianeta evocate fin all’inizio del pontificato, riflesso di una Chiesa meno eurocentrica e occidentale, attenta al Sud del mondo.
Nel suo decimo concistoro ha «creato» 21 nuovi cardinali. Tra questi Angelo Acerbi, grande nunzio per oltre mezzo secolo, che a 99 anni (e 75 giorni) è il cardinale più anziano mai nominato nella storia. Gli altri 20 hanno meno di ottant’anni e voterebbero in un conclave: i cardinali elettori diventano così 140* (110 nominati da Francesco), ben oltre la soglia di 120 fissata da Paolo VI. Vengono da 65 paesi di tutti i continenti, tra Europa (57, con 19 italiani), Asia (24), America latina (23), Africa (18), America del Nord (14) e Oceania (4) (Corriere).
Per la validità dell'elezione sono richiesti i due terzi dei suffragi, conteggiati sul numero degli elettori presenti.
Chi prega “contro”?
Tuttavia secondo alcune ricostruzioni non tutti sarebbero tristi per una dipartita di Francesco o per un suo passo indietro. Il mondo tradizionalista in particolare si sta muovendo, almeno secondo il quotidiano La Stampa, da sempre molto vicino a questo pontificato:
«Cardinali e monsignori tradizionalisti spingono per il conclave. Più o meno sottotraccia, facendo filtrare il messaggio di un pontificato al capolinea. Da qualche mese, già prima del ricovero di Francesco, hanno intensificato le loro mosse e i loro piani per accelerare la fine del papato di Bergoglio, auspicando le sue dimissioni». L’alto prelato della Santa Sede parla a La Stampa a pochi passi da piazza San Pietro, mentre continua incessante il flusso di pellegrini che attraversano la Porta santa pregando e cantando. «La base da cui partono i siluri contro il Pontefice è negli Stati Uniti. E ha ripreso vigore con il ritorno alla Casa bianca di Donald Trump». Negli Usa «da sempre contestano a Francesco la sensibilità troppo ecologista e “pauperista”». E i cosiddetti «cultural warriors» («guerrieri culturali») imputano al Papa argentino di avere screditato le battaglie pro-life.
«Questa variegata frangia specula anche sulla sua salute, per indebolirlo. Guardi per esempio che cosa è successo a New York».
Eppure alcuni commenti non proprio felicissimi non sono arrivati solo da Oltreoceano, ma anche da cardinali “romani” un po’ tifano per una rinuncia:
“Dimissioni del Papa? Un pensiero spontaneo e auspicabile”. È netta la posizione del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, che questa mattina in radio ha commentato un possibile passo indietro di Bergoglio. “Non so se sia fattibile”, ha subito aggiunto, ma il riferimento è subito chiaro (Quotidiano Nazionale)
Ci torneremo sicuramente…
⚔️ #52 Il teso rapporto tra USA e Santa Sede
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..se non fosse una faccenda molto seria ci si potrebbe scherzare su…
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