🎞️#60 I film sul Conclave
Oggi si comincia, il cinema ha avuto alti e bassi circa la capacità di raccontare questo momento
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Mentre questa newsletter vi è arrivata nella posta o sulla app di substack sarà iniziata contestualmente la Messa Pro Eligendo Pontefice, ovvero la messa con cui la Chiesa chiede a Dio un nuovo pastore, è l’ultimo atto ‘pubblico’ prima dell’ingresso in Sistina oggi pomeriggio alle 16, dove ci sarà il giuramento di tutti i cardinali e il cosiddetto “Extra Omnes”, cioè “Fuori tutti” che isolerà per tutta la durata del conclave i signori cardinali. Ora che sapete cosa succede vi consiglio qualche film…
Fine del prologo, si comincia!
Sono film, ricordiamolo a noi stessi in primis, sono cioè prodotti fatti per catturare l’attenzione, stupire, divertire, tuttavia ci sono prodotti che hanno ricostruito più o meno fedelmente il rito oppure i sentimenti dei partecipanti, con le loro piccinerie, con la loro umanità, con gli slanci. A mio avviso i film dell’ultimo quarto di secolo che hanno trattato l’argomento lo hanno fatto a volte con grande superficialità, cercando la morbosità o sottolineando eccessivamente - in maniera caricaturale - alcuni tratti. Insomma tutti alla ricerca dello scandalo, quando in realtà il Conclave è un meccanismo molto ben congegnato, fatto per assorbire gli urti e per rendere il Papa una personalità riconosciuta largamente dal collegio dei cardinali. Una guida, capace di superare le meschinità dei singoli e stemperarle attraverso una istituzione millenaria e una azione sempre più globale.
🗣️#53 Che cos'è un "Concistoro"?
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Qualche titolo…
Conclave (2024)
Cominciamo dalla fine, Conclave diretto da Edward Berger e tratto dal romanzo di Robert Harris, è un film del 2024 con un cast spettacolare (Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Isabella Rossellini, Sergio Castellitto).
Dal punto di vista della ricostruzione del funzionamento il film è davvero molto fedele alla realtà. Il film infatti mostra con precisione l’isolamento dei cardinali all’interno della Cappella Sistina, l’obbligo di segretezza assoluta, la confisca dei dispositivi elettronici, la prassi della votazione a scrutinio segreto con schede cartacee che vengono prima unite con un filo e poi bruciate per generare la famosa fumata nera o bianca. Anche il modo in cui il decano guida le discussioni e modera le dinamiche tra i cardinali riflette fedelmente il ruolo previsto dalle norme ecclesiastiche, come evidenziato da diversi esperti in materia.
L’ambientazione e l’attenzione al cerimoniale — dalle vesti ai momenti di preghiera collettiva, fino all’annuncio dell’Habemus Papam — sono curati con rigore quasi documentaristico. Persino le tensioni tra correnti ideologiche e l’influenza della geopolitica all’interno del conclave vengono trattate con una certa verosimiglianza, mostrando come l’elezione di un Papa sia spesso il frutto di complesse trattative diplomatiche e politiche, oltre che di ispirazione spirituale.
Tuttavia, c’è un elemento chiave del film che di per sé rappresenta un grosso errore e l’unica vera grande libertà creativa che Conclave si è preso. Il dettaglio in questione è la presenza di un cardinale in pectore che prende parte al conclave, un errore evidente rispetto alla dottrina cattolica. Un cardinale nominato in pectore diventa effettivamente tale solo nel momento in cui il Papa lo rende pubblico durante la sua vita. Se il pontefice muore senza svelarne il nome, la nomina decade. Non solo quel cardinale non può votare, ma non può nemmeno essere considerato parte del conclave (Best Movie).
Fatto salvo il finale (che eviterò di spoilerare) che mi ha lasciato perplesso (ed era un po’ telefonato), il film è gradevole proprio per la sua aderenza alla realtà di un rito che ha circa 8 secoli nella sua forma attuale e che è già spettacolare di suo. Insomma la trovata drammatica del cardinale che salta fuori dal nulla è interessante anche se totalmente errata. Come se ad un tratto durante una partita, una delle squadre schierasse un uomo in più. Non si può fare. Però la tensione tra i gruppi di cardinali, la ricerca di voti o il loro spostarsi da un candidato all’altro sono molto verosimili e soprattutto sensati: il conclave ha uno scopo solo, eleggere un pontefice. Peraltro l’elezione del Presidente della Repubblica in Italia è chiaramente un calco della procedura del Conclave. E del resto Mattarella abita dove un tempo abitavano i papi (almeno una trentina nel corso dei secoli).
I due Papi (2019)
Anche se non direttamente incentrato sul Conclave, il film Netflix I due Papi racconta una pagina affascinante e intrigante della storia pontificia recente. Due giganti come Anthony Hopkins e Jonathan Pryce interpretano rispettivamente Benedetto XVI e Francesco, che s'incontrano prima (durante cioè il Conclave che elegge Benedetto) e poi dopo le inaspettate dimissioni del primo.
Habemus Papam (2011)
Con il suo stile Nanni Moretti si accosta al tema del pontificato più che sull’elezione - pure affrontata attraverso la partita a pallavolo tra i cardinali (‘na roba al limite dell’onirico secondo me) - sul peso che viene posto sul neo eletto. Habemus Papam ebbe due pregi: parlare di sofferenza psichica e parlare della debolezza di un pontefice un anno prima della rinuncia di Benedetto XVI
«Habemus Papam» del 2011 con il meraviglioso Piccoli che, eletto Papa dopo un lungo conclave, allietato da una partita di pallavolo, scopre di non sentirsi all’altezza del compito, nonostante i colloqui con lo psicanalista Nanni Moretti e alla fine l’immagine del balcone vuoto sulla piazza dove il Papa non si affaccerà è un’immagine indelebile che va anche al di là del suo semplice significato religioso. […] Nel film di Nanni decide di far di testa sua, esce dal Vaticano e va in giro per Roma, entra in negozi, va a teatro a vedere Cecov da un palco, «Il gabbiano», riscoprendo non casualmente l’amore per il teatro, così come Francesco aveva scoperto l’amore per il neo realismo al cinema e per «Io, capitano» di Garrone, oltre che per i manzoniani «Promessi sposi» (Corriere)
Qui siamo un po’ al grottesco, al netto dell’intuizione di Moretti, con personaggi un po’ macchiette e con il tono canzonatorio nei confronti dell’istituzione e della religione in generale, ma se non è un limite per il film, non lo è nemmeno per capire alcuni aspetti di quello che accade in Sistina e soprattutto dopo.
L’uomo venuto del Kremlino (1968)
Questo sicuramente il 99% di voi non lo conosce e ci sta: L’uomo venuto dal Kremlino. E’ un film ormai davvero vecchiotto, quasi 50 anni, con uno straordinario Anthony Quinn nel ruolo di Kiril Lakota, arcivescovo di Lvov, rilasciato, dopo venti anni di prigionia, in seguito a un accordo tra Santa Sede e governo sovietico. Interessante che nel film viene fatta vedere l’elezione per acclamazione, un tempo canonicamente possibile(opzione abolita da Giovanni Paolo II poi):
La sinossi
Lakota viene condotto a Roma da Padre David Telemond, la cui opera, frutto di anni di lavoro, deve essere esaminata da una speciale commissione pontificia, che dovrà giudicarne l'ortodossia. A Roma, Kiril viene nominato cardinale e, alla morte del pontefice regnante, diventa Papa col nome di Cirillo. Prima ancora di essere ufficialmente incoronato, egli si trova di fronte a un drammatico problema: Peng, presidente della Cina comunista, sta mobilitando le sue forze armate per porre rimedio con la guerra all'indigenza del suo popolo. Allarmato, il premier sovietico Kamenev, suo antico persecutore, invita Cirillo a far da mediatore tra est e ovest, per giungere a una soluzione pacifica della questione cinese. Il Papa accetta, riservandosi una decisione, che annuncerà il giorno dell'incoronazione. Intanto la Commissione incaricata di giudicare l'opera di Padre Telemond ha espresso un giudizio negativo: il sacerdote, per quanto oppresso, assicura al Papa la sua sottomissione; subito dopo, mentre il Pontefice gli ha chiesto di confessarlo, Padre Telemond muore. Arriva il giorno dell'incoronazione: davanti al popolo riunito in Piazza San Pietro, Cirillo annuncia la sua decisione di devolvere tutti i beni di cui può disporre in favore degli indigenti di tutto il mondo.
Visti insieme questi film mostrano tanti aspetti diversi, sfumature, sensibilità, l’alto e il basso della lotta che si svolge nel Conclave dove legittime sensibilità si confrontano e cercano di prevalere perché in coscienza ritengono di avere se la ragione almeno delle ragioni.
Buona visione
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